Cronaca

‘Ndrangheta: “Costa pulita”, le mani del boss Cosmo Michele Mancuso sul Vibonese

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Il racconto del pentito Raffaele Moscato su quello che viene indicato come l’attuale numero uno del casato mafioso di Limbadi e reggente dell’intero clan per volontà del fratello Luigi

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di GIUSEPPE BAGLIVO

Cosmo Michele Mancuso

Cosmo Michele Mancuso

“Soggetto con il ruolo di promotore, direttore ed organizzatore dell’omonima associazione mafiosa denominata cosca Mancuso, a cui spetta il potere di decidere il compimento delle azioni delittuose della cosca e di gestire il controllo del territorio, riconosciuto come tale dagli altri ed al quale i sodali si rapportano per ricevere ordini e direttive”. Questa la contestazione (associazione mafiosa), che dà anche il profilo, mossa dai pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni nei confronti di Cosmo Michele Mancuso (cl. ’49), il boss dell’omonimo clan di Limbadi che negli ultimi anni – “complice” anche l’assenza del fratello Luigi (cl. ’54) scarcerato nel 2012 dopo 19 anni ininterrotti di detenzione (era stato condannato nel processo nato dall’operazione “Tirreno” della Dda di Reggio Calabria risalente al 1993) – è salito al vertice dell’intero clan, favorito anche dalle carcerazioni dei fratelli Antonio (cl. 38), Giovanni (cl. ’41) e Pantaleone (cl. ’47, detto “Vetrinetta”, deceduto nel settembre scorso) arrestati nell’inchiesta “Black money” del marzo 2013. Il ruolo di spicco di Cosmo Michele Mancuso in seno all’omonimo clan egemone nel Vibonese era già stato riconosciuto in via definitiva con la sentenza nata dall’operazione “Dinasty”, ma il profilo più recente del boss lo si ricava da altre emergenze investigative discoverate ora con il fermo dell’operazione “Costa pulita” e che svelano un potere assoluto del boss anche sul territorio di Parghelia gestito dal locale clan degli Il Grande.

Carmine Il Grande

Carmine Il Grande

Proprio gli esponenti della famiglia anagrafica Il Grande di Parghelia, ad avviso della Dda, si sarebbero rapportati con Cosmo Mancuso, facendogli recapitare assegni, bestiame e rendendolo partecipe delle decisioni riguardanti l’attività criminale della famiglia Il Grande. Gli stessi Il Grande, del resto, hanno anche partecipato – per come puntualmente ricostruito dagli investigatori – al matrimonio del figlio di Cosmo Mancuso detto Michele.

Cosmo Michele Mancuso si sarebbe quindi speso, nell’ambito della cosca, affinché venisse risparmiata la vita a Carmine Il Grande, detto “Melo”, per effetto di contrasti avuti all’interno della cosca con Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni”.

raffaele moscato

Raffaele Moscato

Il pentito Moscato su Cosmo Michele Mancuso. Il profilo più recente su Cosmo Michele Mancuso, e l’attualità del suo inserimento ai massimi livelli criminali, è stato tuttavia da ultimo illustrato dal collaboratore di giustizia Raffaele Moscato. Lo stesso, oltre a ricostruire parte della storia criminale del boss, ha affermato di aver appreso, in ambito criminale, che “il capo indiscusso della famiglia Mancuso, ovvero Luigi, nel momento in cui si è allontanato volontariamente sottraendosi alla misura della sorveglianza speciale, avrebbe lasciato proprio a Cosmo Mancuso per un periodo di cinque anni le redini dell’associazione criminale”.

Questi i passaggi principali delle dichiarazioni del collaboratore Raffaele Moscato così come riportate nel decreto di fermo dell’operazione “Costa pulita”.

Nicola Tripodi

Nicola Tripodi

“Originariamente la parte dei Mancuso di Michele Cosmo, detto “Michelina”, era molto vicina e legata ai Tripodi di Porto Salvo e ai Mantino di Vibo Marina, e dello stesso gruppo faceva parte anche mio padre – spiega Raffaele Moscato -. Successivamente, intorno al 2005-2006, o meglio all’epoca dell’operazione Dynasty, c’è stata la rottura per soldi e per favori non scambiati. Questo lo so perchè il giorno in cui ci sono stati gli arresti, Fortuna Davide doveva accompagnare lo zio Mantino Fortunato da Mancuso Michele Cosmo per farli riappacificare. Infatti Mantino Fortunato è il padrino del figlio di Mancuso Michele Cosmo e Tripodi Nicola è il padrino della figlia dello stesso, insomma erano uniti da questi “Sangiovanni”. Quella mattina non fu possibile l’incontro appunto per l’arresto dei Mancuso”.

Così continua il racconto Raffaele Moscato: “Prima della morte di Palumbo Michele c’era stata la riappacificazione tra i Mancuso e i Tripodi: so infatti che i Tripodi avevano avvicinato Giuseppe Mancuso, figlio di Michele Cosmo, che in quel periodo era spesso a Vibo Marina in quanto rappresentate di medicinali per le farmacie. La pace fu fatta e a dimostrazione di ciò c’è stata la partecipazione di tutti i Tripodi con le rispettive famiglie al matrimonio di Mancuso Giuseppe figlio di Michele Cosmo”.

Salvatore Tripodi

Salvatore Tripodi

Ed ancora: “Posso riferire – spiega il collaboratore Raffaele Moscato – in modo certo che i contrasti tra Cosmo Michele Mancuso e Nicola Tripodi sono certamente anteriori al 1990-1991, poiché il 22 marzo 2012 a casa di Salvatore Tripodi ho avuto modo di vedere un filmino in cui veniva immortalato mio padre e dove Michele Cosmo Mancuso aveva in braccio il figlio piccolo Michele”.

Secondo Moscato, infine, gli imprenditori nel ramo dell’abbigliamento Artusa “hanno il “rapporto” con Cosmo Michele Mancuso e a lui pagano la mazzetta, anche se, nonostante ciò, hanno subito molti danneggiamenti. Dopo quell’episodio è venuto a parlare con me il fratello più grande, quello che non lavora al negozio con loro”.

Nel decreto di fermo gli inquirenti annotano che Mario Artusa (non indagato nell’operazione “Costa pulita”) è stato sottoposto a controllo di polizia in data “04.07.2003 alle ore 14.43 presso la zona partenze dell’aeroporto di Milano Linate unitamente a Mancuso Cosmo, nato a Limbadi il 25.08.1949; ed in data in data 27.09.2012 alle ore 16.58 in contrada Gagliardi di Limbadi (VV) unitamente allo stesso Mancuso Cosmo ed a Lo Preiato Giuseppe nato a Maierato (VV) il 13.10.1951”, quest’ultimo imprenditore di Vibo Marina nel ramo alberghiero e della della ristorazione indagato e nell’operazione “Costa pulita”.

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