Cronaca

‘Ndrangheta, terremoto a Rende. Principe al dirigente: qui le regole le facciamo noi

Quando l’ex sottosegretario e consigliere regionale dice al dirigente Lupinacci: ti devi consultare prima con me

«Tu un t’ha a ddì permetta a lascià concessioni a pomp’i benzina ca ccà ci su regole rendesi e quindi t’ha di consultà prima ccu mmia». Uno Stato a parte, Rende – con proprie “regole” -, almeno a leggere le dichiarazioni con le quali il 10 dicembre 2014 il dirigente Ernesto Lupinacci spiega quelle che, a suo giudizio, erano le ingerenze di Sandro Principe nell’amministrazione comunale (leggi qui quando disse: tha ocucpà i molluschi) Il dirigente riferisce di essere rimasto «letteralmente allibito» per le parole che attribuisce a Principe – posizionatosi sull’uscio del suo ufficio -, mettendo in evidenza il tono alterato e minaccioso usato nei suoi confronti dall’ex sottosegretario. La presa di posizione del politico rendese si colloca, nei ricordi di Lupinacci, nel momento in cui una società di distribuzione di carburanti ha presentato un progetto per la costruzione di una pompa di benzina sulla statale 107. «La società – spiega Lupinacci agli inquirenti – aveva le carte in regola per avere l’autorizzazione ed aveva ottemperato a tutte le incombenze di legge, compreso il parere favorevole dell’Anas. La pratica era già presente in Comune prima che arrivassi io e comunque ritenevo che vi fossero tutte le condizioni affinché l’autorizzazione venisse rilasciata».
Un padre-padrone, così appare l’ex capogruppo regionale del Pd (leggi qui le accuse formulate dalla Dda), nelle carte dell’ordinanza con cui si dispongono per lui i domiciliari. L’ex sindaco Vittorio Cavalcanti è chiaro in tal senso. «Sin dai primi giorni dal mio insediamento a sindaco – dichiara ai primi di marzo del 2015 – mi resi conto che le affermazioni del Principe circa un suo astenersi dall’incidere nelle scelte amministrative dell’ente erano di fatto cadute nel vuoto poiché il Principe continuava a impartire direttive e disposizioni ai vari dirigenti. Ricordo che dopo qualche giorno dal mio insediamento a sindaco egli convocò tutti i dirigenti del Comune di Rende per impartire loro direttive e disposizioni sulle attività amministrative del Comune medesimo senza nemmeno interpellarmi».

Sandro Principe--

Sandro Principe–

A ciò – nei ricordi di Cavalcanti – si aggiunge la pretesa di Principe «di partecipare al lavoro di giunta, circostanza questa evidentemente del tutto anomala per un soggetto che rivestiva il ruolo di consigliere comunale, anche perché evidentemente non si capisce perché ai lavori di giunta dovesse partecipare un consigliere comunale piuttosto che un altro». L’ambivalenza del ruolo di Principe – semplice consigliere sulla carta – è ancora sottolineata da Cavalcanti: «Era notorio che l’onorevole assumeva tutte le decisioni che riguardavano l’attività amministrativa dell’ente, non solo quando egli ricopriva il ruolo di sindaco, ma anche quando tale ruolo non era da lui ricoperto. Evidentemente – sottolinea Cavalcanti – nessun dirigente-funzionario o pubblico amministratore della maggioranza poteva assumere decisioni significative non preventivamente autorizzate dal Principe medesimo». Cavalcanti così avverte ad ogni passo l’ombra del vecchio sindaco e confessa: «Tra le ragioni delle mie dimissioni vi fu (…) anche una sorta di ingerenza a mio avviso eccessivamente invasiva sulle scelte mie, quale sindaco, degli assessori e dei dirigenti, da parte dell’onorevole Principe stesso». (cosenza@zoom24.it)

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