Cronaca

‘Ndrangheta: blitz a Cosenza e Rende, arrestati esponenti politici (FOTO-VIDEO-DETTAGLI)

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Fra gli arrestati ci sono Sandro Principe (Pd), ex assessori e consiglieri comunali, regionali e provinciali, più quattro esponenti di vertice della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”

Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro. Fra gli arrestati ci sono Sandro Principe (Pd), fra i più fedeli sostenitori di Matteo Renzi, ex sottosegretario al Lavoro, ex assessori e consiglieri, quattro esponenti di vertice della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”, egemone in provincia di Cosenza, per cui è stata disposta la custodia in carcere mentre per i politici si è fatto ricorso alla misura degli arresti domiciliari. L’ex sottosegretario è stato un sindaco di Rende, assessore e consigliere regionale della Calabria. E’ accusato di corruzione elettorale aggravata e concorso esterno in associazione mafiosa. (leggi qui tutte le accuse)

Sandro Principe

Sandro Principe

Gli altri destinatari del provvedimento  – tra i politici arrestati a Rende – sono un ex consigliere regionale della Calabria, Rosario Mirabelli, e consigliere Comunale di Rende; un ex sindaco di Rende ed ex consigliere provinciale di Cosenza, Umberto Bernaudo; un ex consigliere provinciale di Cosenza ed ex assessore comunale di Rende, Pietro Ruffolo; un ex assessore comunale ai Lavori Pubblici di Rende, Giuseppe Gagliardi. (leggi qui i dettagli del ruolo ascritto a Gagliardi)

Gli altri arrestati sono quattro presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà: Adolfo D’Ambrosio, di 49 anni, Michele Di Puppo di 52, Francesco Patitucci di 56 e Umberto Di Puppo di 47. Misura cautelare anche per anche Marco Paolo Lento, di 41 anni.

I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Secondo la Dda di Catanzaro, l’intreccio politico-mafioso ha consentito ai candidati alle elezioni comunali di Rende dal 1999 al 2011, a quelli per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio regionale della Calabria del 2010, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo del clan. (leggi qui ulteriori particolari su Principe)

Rosario Mirabelli

Rosario Mirabelli

Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro, sono state svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza ed hanno delineato un “intreccio” politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rende, dal 1999 al 2011, per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio Regionale della Calabria del 2010, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Rua’” di Cosenza, gia’ tutti definitivamente condannati per “associazione mafiosa”, in cambio di favori. Tra le attività illecite riscontrate che hanno permesso di smantellare un sistema collaudato ultradecennale, con il fulcro nell’amministrazione comunale di Rende, ci sono quelle relative all’affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di personaggi appartenenti alla ‘ndrangheta, all’assunzione presso la società “municipalizzata” preposta alla gestione dei servizi comunali, di soggetti vicini al gruppo criminale, al mancato licenziamento di alcuni di questi nonostante alcune condanne, la promessa dell’erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc, da un personaggio di vertice della cosca, per la gestione dell’area mercatale di Rende.

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Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo

Le assunzioni alla “municipalizzata” hanno riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo del sodalizio di ‘ndrangheta, Ettore Lanzino. Questi ‘favori’ erano il frutto di patti elettorali stipulati in occasione delle varie competizioni politiche e che vedevano costantemente coinvolta la cosca “Lanzino/Rua’”, i cui esponenti non si adoperavano nelle attivita’ di procacciamento di voti per motivi politici, ma per il solo perseguimento di interessi della cosca, dando quindi appoggio a candidati diversi o di differenti fazioni. L’attività d’indagine, inoltre, ha fatto emergere come, anche in occasione della campagna elettorale del 2014, per il rinnovo del Consiglio comunale di Rende, sia stato “interessato”, benché detenuto, uno dei quattro sodali raggiunti da misura cautelare, oggi a 41 bis, per ottenere il suo assenso e le indicazioni alla cosca per fornire l’appoggio elettorale. L’uomo, intercettato durante un colloquio in carcere poneva come condizione insuperabile il pagamento di una cospicua somma di denaro (leggi qui la notizia), lamentando gli scarsi benefici ottenuti dalla cosca nel recente passato, nonostante si fosse occupato di monitorare l’attività politica dai principali candidati.

Il tramite fra la cosca e i politici. In particolare, secondo gli inquirenti, l’accordo fra esponenti della cosca Lanzino-Ruà, prevedeva, a fronte di richieste di consensi elettorali, una “sistematica elargizione di favori” da parte di alcuni esponenti politici dell’amministrazione comunale di Rende in un arco temporale molto prolungato (leggi qui le promesse di assunzioni). Beneficiari di questo sistema, sempre secondo l’accusa, personaggi della criminalità organizzata cosentina. Il tramite fra la cosca e i politici sarebbe stato Adolfo D’Ambrosio, al quale i politici si rivolgevano. Al centro dello scambio di favori, sarebbe stata la societa “Rende 2000”, poi divenuta “Rende Servizi”, nella quale venicano assunti elementi gravitanti nell’area della cosca. Per un certo periodo, nella societa’ sarebbe stato assunto lo stesso boss Ettore Lanzino.
Secondo quanto riferito da alcuni pentiti, una parte delle retribuzioni percepite dai personaggi assunti, che neanche si presentavano sul posto di lavoro pur percependo lo stipendio, finiva nella “bacinella” del clan.

Pd-bandiere

Clan intervenne anche in primarie Pd Rende. Anche le elezioni primarie del 2007, con le quali il Pd scelse il candidato alle elezioni politiche, finirono negli accordi tra la cosca Lanzino-Ruà, l’ex sottosegretario di Stato, Sandro Principe, e gli altri esponenti politici di Rende. Lo evidenzia l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, riportando alcune intercettazioni telefoniche. “L’importanza delle primarie – evidenzia il giudice per le indagini preliminari – era avvertita nell’ambito della criminalità organizzata, i cui maggiori esponenti si mostravano interessati all’esito delle stesse a causa di una cointeressenza o comunque di un ritorno economico nel caso in cui quel determinato candidato fosse riuscito a raccogliere le preferenze necessarie a ricoprire un ruolo di primo livello in sono al partito”. Nel giorno delle primarie le intercettazioni tra gli esponenti della cosca sono chiare: “A Rende hanno votato assai.. – dice al telefono uno degli arrestati, Francesco Patitucci al suo interlocutore – “è buono – aggiunge – così ci sarà pane per tutti noi”.

pm Pierpaolo Bruni

pm Pierpaolo Bruni

Per la Dda una “sistematica elargizione favori” politici-clan. Gli episodi riportati nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “The System” sono diversi. Tra questi, l’impegno dell’allora sindaco Sandro Principe per la gara d’appalto del Comune di Rende relativa alla gestione del bar Colibrì, assegnata nonostante avesse partecipato solo Robertina Basile, moglie di Adolfo D’Ambrosio, coinvolto nell’inchiesta e considerato elemento di spicco della cosca Lanzino-Ruà. Lo stesso Principe, secondo l’accusa, anche durante la legislatura del sindaco Umberto Bernaudo, avrebbe permesso di ottenere una compensazione di un debito di D’Ambrosio con il Comune in cambio di opere non precisate. A Principe è contestata anche la riassunzione di Adolfo D’Ambrosio quale lavoratore socialmente utile, nonostante fosse rimasto coinvolto nell’operazione “Twister” che aveva determinato la sospensione dal servizio. Lo stesso Principe si sarebbe preoccupato di garantire il passaggio da 18 a 24 ore lavorative per l’esponente della cosca.
Nell’ordinanza si fa riferimento pure a erogazioni pubbliche sollecitate dallo stesso Principe a favore della cooperativa Europa Service 2010, riconducibile sempre a D’Ambrosio. Nulla sarebbe sfuggito in questo scambio di favori, e persino il presidente del circolo “Anziani e giovani” sarebbe stato concordato tra Principe, Bernaudo e la cosca Lanzino-Ruà, con l’affidamento del ruolo a Francesco Iirillo, figlio di Giuseppe che è considerato elemento di primo piano del clan. Tra gli episodi ricostruiti anche 23 assunzioni di esponenti del clan nella cooperativa Rende 2000.

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