Politica

Riforme, il Pd fa il punto a Vibo con Marina Sereni

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Nel corso dell’incontro organizzato dal consigliere comunale Giovanni Russo al 501 hotel si è discusso anche dei problemi del mezzogiorno

Sullo sfondo le riforme istituzionali che il Governo guidato dall’attuale Premier Matteo Renzi sta cercando di mandare in porto. Nel mirino, gli attuali delicati equilibri nel Pd locale che si avvia al congresso provinciale. Ha avuto una doppia sfaccettatura il convegno organizzato dal Partito democratico nel pomeriggio di ieri nella sala dell’hotel 501. Ad aprire le danze, sono state le parole del capogruppo del Partito democratico Giovanni Russo che prima si è soffermato, alla presenza di molti iscritti, sulla necessità “di effettuare il congresso considerato che il tesseramento si è tenuto ed è stato certificato”; e sul fronte delle riforme ha evidenziato come “questo sia un passaggio che l’Italia attende dal dopoguerra, senza che mai alcun governo sia riuscito nell’impresa”.

“Bisogna entrare in una modernità necessaria per far ripartire l’economia” – gli ha fatto eco Franco Laratta. Mentre Bruno Censore ha rammentato l’importanza per la punta dello Stivale di un new deal di “investimenti per dare a questa terra lavoro, sviluppo e modernizzazione”. A chiudere i lavori è stata Marina Sereni. La vicepresidente della Camera dei deputati ha provato a tracciare la rotta che dovrebbe portare alle riforme istituzionali e costituzionali. “In Italia abbiamo pagato per alcuni decenni – ha esordito – un deficit di modernizzazione del paese. Ricordo quando il presidente Ciampi asseriva convinto che si cresceva troppo poco”. Non è mancato neppure qualche riferimento all’attuale contingenza. “Questa legislatura – ha detto Marina Sereni – è iniziata sotto una crisi economica, sociale e culturale. Emergenze da cui siamo usciti a fatica”. A questo punto, non rimane che puntare al “superamento del bicameralismo perfetto, tanto più necessario in un paese che nel tempo ha visto rallentare la dinamicità del rapporto tra la politica e la società reale”.

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