Cronaca

‘Ndrangheta: Stefanaconi, gup fissa udienza preliminare per omicidio Matina

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Sei le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Dda di Catanzaro per l’omicidio ed il tentato omicidio di Giuseppe Matina, alias “Gringia”, ucciso nello scontro fra clan contrapposti

di GIUSEPPE BAGLIVO

Il gup distrettuale di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha fissato al 21 marzo prossimo l’udienza preliminare per 6 imputati di Stefanaconi per i quali il pm della Dda, Camillo Falvo, ha avanzato nelle scorse settimane una richiesta di rinvio a giudizio in relazione ed tentato omicidio e poi all’omicidio di Giuseppe Matina, detto “Gringia”, di Stefanaconi. In particolare la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il processo per: Giuseppina Iacopetta (cl. ’54), vedova del boss di Stefanaconi, Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011 nel suo distributore di benzina ubicato nella Valle del Mesima; Giuseppe Patania (cl. ’80); Nazzareno Patania (cl. ’73); Saverio Patania (cl. ’76); Salvatore Patania (cl. ”78), tutti figli di Fortunato Patania e Giuseppina Iacopetta; Nicola Figliuzzi (cl. ’90) di Soriano calabro. 

Iacopetta

Le accuse di tentato omicidio. I Patania e Giuseppina Iacopetta sono tutti accusati del tentato omicidio di Giuseppe Matina, commesso a Stefanaconi il 27 dicembre 2011, mentre Figliuzzi avrebbe partecipato alle riunioni, unitamente ai mandanti, in cui è stato pianificato l’agguato poi non andato a buon fine per cause indipendenti dalla volontà degli autori. Quali esecutori materiali del tentato omicidio di Giuseppe Matina – all’epoca marito di Loredana Patania, nipote di Fortunato Patania e poi passato con lo schieramento dei cugini e della zia Iacopetta – vengono indicati Cosimo Caglioti di Sant’Angelo di Gerocarne, parente dei Patania, e Francesco Lopreiato, per i quali si è proceduto con un separato giudizio unitamente a Alex Loielo, pure lui di Sant’Angelo di Gerocarne, e Alessandro Bartalotta che avrebbe avvertito – secondo l’accusa – i componenti del gruppo di fuoco dell’arrivo della vittima che si trovava a bordo della propria Fiat 500 lungo la strada provinciale “Stefanaconi-Varì”. Agli indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio veiene contestata anche l’accusa di detenzione illegale del fucile caricato a pallettoni con il quale è stato compiuto il tentato omicidio. L’ultima accusa riguarda il furto della’autovettura, una Fiat Panda, usata per il fallito agguato.

Omicidio Matina -

L’omicidio di “Gringia”. Giuseppe Matina, detto “Gringia”, è stato poi ucciso il 20 febbraio 2012 e quali mandanti del delitto sono accusati i Patania e Giuseppina Iacopetta, mentre Figliuzzi avrebbe avuto il compito di fornire ai killer il furgone usato per l’azione di fuoco. L’omicidio sarebbe stato portato a termine da Arben Ibrahimi (killer macedone poi passato fra le fila dei collaboratori di giustizia), e Cristian Loielo, di Sant’Angelo di Gerocarne. Francesco Lopreiato e Andrea Patania avrebbero invece avuto il compito di recuperare i killer dopo l’azione di fuoco per portarli in un luogo sicuto. Le armi per l’agguato sarebbero state invece fornite da Damiano Caglioti, di Sant’Angelo di Gerocarne. Per Ibrahimi, Cristian Loielo, Francesco Lopreiato, Andrea Patania e Damiano Caglioti, la Dda di Catanzaro ha ritenuto di procedere separatamente con un giudizio immediato. Anche in questo caso agli imputati vengono contestate le accuse di concorso in furto dei mezzi usati per l’omicidio e la detenzione delle armi usate per uccidere Giuseppe Matina.

Nazzareno Patania

Parti offese. Parti lese del tentato omicidio e dell’omicidio di “Gringia” vengono indicati la moglie Loredana Patania e gli altri familiari della vittima ovvero Domenico, Nazzareno e Caterina Matina.

Difensori. Nel collegio di difesa degli indagati ci sono gli avvocati Antonio Barilaro, Giuseppe Di Renzo, Gregorio Viscomi, Sergio Rotundo, Costantino Casuscelli, Vincenzo Strazzullo, Giancarlo Pittelli.

Sebbene il fatto di sangue (omicidio e tentato omicidio di Giuseppe Matina) faccia parte della più vasta inchiesta denominata “Gringia” e si inquadri nella “guerra di mafia” che ha visto contrapposti i Patania al clan di Stefanaconi che sarebbe capeggiato da Emilio Bartolotta – oltre ad altra faida che ha visto opposti i Patania al clan dei Piscopisani – , la Dda di Catanzaro ha scelto di frazionare in diversi tronconi processuali quella che appare come un’unica indagine retta da un unico filo-conduttore. In Corte d’Assise a Catanzaro è così in corso altro processo denominato “Gringia” in cui vengono contestati altri fatti di sangue ai medesimi imputati, mentre per l’associazione mafiosa si è preferito procedere con una distinta operazione denominata “Romanzo criminale” che forma oggetto di un separato dibattimento in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Tre distinti processi, dunque, per la medesima inchiesta.

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