Cronaca

Vibo: richiesta Prefettura non passa, il Tar restituisce la licenza al “Melarancio”

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Accolto dalla seconda sezione del Tar di Catanzaro il ricorso del ristorante-pizzeria “Il Melarancio” di Francesco Pannace ubicato a Vibo Valentia in contrada Bitonto. Annullata pertanto dai giudici amministrativi, in accoglimento di un ricorso presentato dall’avvocato Domenico Colaci, la revoca della licenza al locale disposta dal Comune su richiesta della Prefettura guidata all’epoca dal prefetto Giovanni Bruno. La revoca della era stata decisa dal Comune il 28 settembre scorso e nasceva da una segnalazione della Prefettura fondata su una nota del Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia del 21 luglio 2015 contenente un’informativa riguardante le frequentazioni del titolare del “Melarancio”dal 2009 al 2014 con la contestuale proposta di revoca dell’autorizzazione al medesimo rilasciata mediante Scia. Il Tar ha accolto il ricorso ritenendo la revoca della licenza ritenendola immotivata.

Prefettura Vibo Valentia

I giudici amministrativi, prima di decidere, avevano chiesto alla Prefettura chiarimenti documentati sulla vicenda con particolare riferimento alla connessione delle frequentazioni di cui al provvedimento impugnato con le vicende del ristorante-pizzeria o comunque con l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande in questione. La Prefettura di Vibo si è limitata però a riferire una sola ulteriore frequentazione del ricorrente in data 20 agosto 2015 (come comunicato dal Comando provinciale dei carabinieri) e quindi per il Tar è mancata nel caso di specie un’approfondita verifica della sussistenza in concreto di fatti e circostanze che possano creare turbamento all’ordine pubblico. “In tale ottica le iniziative della Prefettura e del Comune – sottolineano i giudici amministrativi – appaiono prive di adeguata motivazione, non essendo stati indicati fatti, circostanze, accadimenti da cui l’amministrazione avrebbe potuto desumere che l’esercizio dell’attività in questione contrasta con le esigenze di tutela dell’ordine e sicurezza sociale”. Sia il Comune che la Prefettura si erano costituiti in giudizio per resistere al ricorso del titolare del “Melarancio”. (g.b.)

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