Cultura & Spettacolo

Giubileo: Bertolone apre porta santa in clinica San Vitaliano

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La struttura che sorge a Catanzaro è l’unica della regione specializzata nel trattamento della Sla ed è stata scelta dal vescovo per il rito sacro dell’anno giubilare

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È stata aperta questa mattina dal presidente della Conferenza episcopale calabra, mons. Vincenzo Bertolone, la porta santa all’interno del centro clinico San Vitaliano. La struttura, ubicata nel capoluogo di regione, ospita pazienti affetti da patologie neuromuscolari ed è l’unica in Calabria specializzata nel trattamento della Sla. La clinica è stata scelta dal vescovo quale luogo all’interno del quale compiere il sacro rito nell’anno giubilare.

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Il rito. È stato papa Francesco ad aprire l’8 dicembre scorso la prima porta santa e da allora il rito si ripete. Con l’apertura della porta giubilare all’interno della clinica sarà data la possibilità a tutti i degenti del centro e ai molti fedeli accorsi durante la mattinata di cerimonia di ottenere l’indulgenza plenaria, possibile solo in occasione del Giubileo. Il passaggio attraverso il varco permette infatti la remissione delle pene temporali per i peccati già perdonati da Dio attraverso la confessione. Si tratta di una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo facendone una nuova creatura a patto però che siano seguite alcune condizioni: intraprendere il cammino di conversione iniziato con la confessione sacramentale, la comunione eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni di papa Francesco.

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Il commento del vescovo. “Le persone che hanno creato questo luogo hanno messo a disposizione tutto quello che avevano, a favore di chi è affetto da malattie con poca speranza di cura” ha affermato il vescovo qualche minuto prima dell’apertura della porta Santa. “L’invito che faccio a tutti coloro i quali sono i sapienti di questa terra ed hanno tanto denaro è che lo utilizzino nella ricerca affinchè pure gli ammalati di Sla o altre malattie incurabili possano essere curati. E, come i sapienti si inginocchiano davanti a Cristo, io dico di utilizzare quello che avete per il bene degli altri, per il bene di chi soffre e non solo per lucrare. Ho scelto questo luogo di sofferenza nell’anno giubilare – ha concluso il presule – per manifestare la vicinanza della chiesa ed anche mia”.

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