LA LETTERA| La villa incompiuta e pericolosa

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Il Forum delle associazioni interviene sulla riapertura della Villa comunale con tanto di inaugurazione da parte del sindaco di Vibo. 

di ROCCO TRIPODI

L’apertura al pubblico della Villa Comunale, strombazzata nella giornata di sabato, e ufficialmente avvenuta oggi con taglio d’obbligo di nastro rosso, giocolieri, guardie alteuniformate, Sindaco e sottosindaci , ma anche con la provvidenziale assenza dei bambini, naturali destinatari del luogo. Pochi, in realtà, e probabilmente perché avveduti genitori avevano preventivamente effettuato un sopralluogo, a tutela dei propri figli, che li ha convinti a tenerli prudentemente, in contesti più protetti. Perché è di questo che è utile parlare. Un milione (ma c’è chi dice due) di euri di cui hanno disposto progettisti, responsabili di procedimenti, di cantiere, della sicurezza, dirigenti dei vari uffici tecnici competenti, che non hanno tenuto conto della sicurezza dei luoghi e della incolumità dei bambini. Tra questi, non c’era l’attuale sindaco, ma suo è il torto di non aver dimostrato lo stesso buon senso di quegli accorti genitori e di aver, comunque, ( per sua esclusiva vanagloria), voluto tenacemente l’inaugurazione.

Ci era stato detto dal suo assessore che il rinvio della apertura era dovuto alla difficoltà di appaltare, in tempi brevi, la gestione del bar (ancora oggi non funzionante).

Poi, che la cordolatura in pietra scalpellata, intorno alle siepi di bosso (mancanti in moltissimi punti e che la cifra a disposizione non è stata sufficiente perché fossero piantate) non era a norma, anzi, estremamente pericolosa per i bambini, in caso di caduta, e per questa ragione andava rimossa. Invece è ancora lì. I viali per i quali da subito si è rinunciato all’utilizzo dell’originaria terra battuta (sicuramente il materiale meno traumatizzante in caso di caduta) a favore di un impasto cementizio ibrido che non ha certo caratteristiche di elasticità né di tenuta nel tempo. Ancora, il bambino che dovesse accedere dalla Piazza del Monumento Caduti – magari in bici- e immediatamente svoltare a sinistra, dove si apre un varco, precipiterebbe rovinosamente lungo una scala invisibile, non segnalata, e non delimitata lateralmente da alcun passamano, ripidissima, alta almeno cinque metri. Ci sarebbe ancora tanto da dire sullo stato di incuria e di trascuratezza in cui è stata lasciata la Villa ; di come e quali e a quale costo i lavori sono stati fatti o non fatti ( bagni, panchine, giochi, cestini, etc.). Per ora solo un appello : spingiamo perché la Villa sia intitolata ad Erode.

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