Economia & Società

Crak banche: come proteggere i nostri risparmi

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L’Europa impedisce allo Stato di intervenire per il salvataggio delle banche. A pagare dazio azionisti, correntisti e titolari di obbligazioni ordinarie e subordinate

di ALESSANDRO DE SALVO

Come proteggersi dai rischi connessi all’entrata in vigore delle normative europee che impediscono i cosiddetti aiuti di Stato per la risoluzione delle crisi bancarie.
Il tema è all’ordine del giorno, in considerazione del coinvolgimento di tanti piccoli risparmiatori nel salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara.

Le nuove leggi. Il quadro normativo è chiaro e viene dettato dall’Europa: non sono più ammessi aiuti di Stato per salvare le banche. Le banche dovranno essere salvate dall’interno (bail-in) secondo uno schema predefinito che coinvolge nell’ordine: azionisti, titolari di obbligazioni subordinate, titolari di obbligazioni ordinarie, correntisti. Quest’ultimi (i correntisti) per i depositi fino a 100.000 euro verranno sostituiti dal fondo interbancario di garanzia dei depositi la cui capacità finanziaria, però, non è illimitata. Questo quadro normativo, pertanto, non garantisce in nessun caso la totale sicurezza. Né il sistema fornisce regole certe che consentono ai clienti di verificare l’effettiva solidità e solvibilità degli istituti di credito.

Fallimento Lehman Brothers. In molti infatti ricorderanno che la banca d’affari americana Lehman Brothers fallì nonostante le agenzie di rating le riconoscessero un’elevata solvibilità. I risparmiatori hanno, quindi, solamente la possibilità di limitare il rischio, conoscendo la gerarchia degli interventi (azioni, obbligazioni, conti correnti), ma non di eliminarlo completamente. E’ comunque indispensabile che il risparmiatore sia a conoscenza non solo del quadro normativo ma anche dell’adeguatezza delle operazioni che pone in essere rispetto al suo profilo di rischio. Questa è, purtroppo, una nota dolente in quanto i clienti, come emerge dalle recenti cronache, spesso sottoscrivono prodotti inadeguati, fidandosi del bancario proponente il quale sovente riceve delle forti pressioni commerciali dalla banca presso cui lavora.

Soluzione interna. Eppure la soluzione ci sarebbe. I rapporti bancari ed i contratti finanziari vengono in eurozona normalmente sottoscritti in Euro. Noi tutti abbiamo un conto e, chi più chi meno, dei risparmi che tentiamo di far fruttare un po di più. L’unico soggetto che può operativamente garantire illimitatamente i nostri risparmi, quando le banche non riescono a far fronte ai loro impegni finanziari è la Bce, perché ha il controllo ed il potere di emissione della valuta nella quale sono denominati tutti i nostri rapporti finanziari. Tecnicamente non si tratterebbe di aiuti statali bensì di una soluzione interna al sistema bancario europeo di cui la Bce è la massima autorità. Come sempre la decisione spetta alla politica ma per il momento la migliore scelta politica che sul tema l’Europa è stata in grado di partorire si chiama bail-in, una sorta di: si salvi chi può.