Cronaca

“Puerto Liberado”: ecco come importavano la droga dal Sud America

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Diciassette condanne e una sola assoluzione. Si è concluso così il processo scaturito dall’indagine denominata “Puerto Liberado”. Il Gup di Reggio Calabria Barbara Bennato ha quindi confermato l’impianto accusatorio sul quale poggiava l’inchiesta condotta dalla Direzione distretturale antimafia. Oltre due i secoli di carcere inflitti agli imputati, accusati a vario titolo di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, di detenzione di droga con l’aggravanti dell’ingente quantità. Al centro dell’inchiesta la famiglia Brandimarte e il porto di Gioia Tauro, crocevia degli ingenti traffici di droga proveniente dal Sud America. Secondo l’accusa Alfonso e Giuseppe Brandimarte sarebbero stati a capo di una sorta di holding criminale deputata ad importare ingenti quantitativi di cocaina dai paesi del Sud America a tutta Europa attraverso lo scalo calabrese. Nel corso delle indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, sono state sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina purissima che, sul mercato, avrebbero fruttato circa 800 milioni di euro. Dalle indagini sarebbe emersa una vera e propria “squadra” di dipendenti portuali, operanti all’interno del porto di Gioia Tauro, in grado di garantire il passaggio dei carichi di cocaina eludendo i controlli di polizia.

Le condanne. 20 anni di carcere (il massimo della pena prevista in abbreviato) sono stati inflitti ad Alfonso Brandimarte e a Giuseppe Brandimarte, 16 anni e 30mila euro di multa ad Antonio Calabrò, 14 anni e 30mila euro di multa a Vinicio Cambrea, 14 anni ad Antonio Campanella, 12 anni a Vincenzo Caratozzolo, 16 anni e 30mila euro di multa a Vincenzo Crisafi, 10 anni ad Antonio Femia, 10 anni e 30mila euro di multa a Rocco Gagliostro, 10 anni a Giuseppe Galluccio, 10 anni a Davide Gentile, 12 anni e 30mila euro di multa a Mario Ietto 12 anni e 30mila euro di multa, 6 anni e 30mila euro di multa a Francesco Nirta, 8 anni e 30mila euro di multa a Gianpietro Sgambetterra, 12 anni e 30mila euro di multa a Francesco Siviglia, 10 anni ad Antonio Giovanni Staiti, 4 anni a Vincenzo Trimarchi, già condannato a 16 anni dopo l’arresto avvenuto in flagranza di reato. Unico assolto, Giuseppe Condello.

 

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